2025.01.25 Responsabilità professionale del chirurgo e del medico legale

Pantaleo Greco, chirurgo capo dell'équipe che operò Elisabetta con esiti nefasti, scrisse nel 2021 per una rivista scientifica un articolo firmato anche con Guido Viel, il medico legale a cui venne affidata e riaffidata dal pubblico ministero la consulenza per il procedimento penale: valutò corretta la procedura adottata. Ogni sospetto è legittimo.

Al di là del fatto che decenza avrebbe consigliato al medico legale di astenersi in un giudizio che vede coinvolto una persona con la quale lavorò ad una pubblicazione, quel che emerge è ancor più sconvolgente: sia l'uno, il chirurgo, che l'altro, il medico legale, descrissero in modo approfondito quel che né l'uno né l'altro fecero nel caso di Elisabetta. Scrissero che mai e poi mai si deve frammentare all'interno del corpo una formazione sospetta, cioè quel che avvenne in quel giorno infausto. Inoltre approfondirono i diritti ad una informazione completa e accurata che a noi non venne mai fornita, privandoci della possibilità di conoscere l'errore medico (riconosciuto nel procedimento civile) e di tentare un rimedio.

Dove finirono etica e deontologia? Dietro al muro di gomma.. I fogli originali della cartella clinica e i filmati dell'intervento non mi vennero mai consegnati, solo dopo anni il pm ottenne dall'ospedale un originale configurando così il reato di omissione di atti di ufficio. C'è ancora dell'altro: il diario originale dell'intervento contiene un passaggio (poi cancellato nel foglio che mi venne consegnato) nel quale si descrive la lisi delle aderenze tra la "parte posteriore dell'utero e le anse addominali". Proprio la parte posteriore dell'utero era quella descritta nell'istologico come "marcatamente lacerata": la coincidenza genera dubbi anche perché correlata a un'altra coincidenza, il filmato di quella parte di intervento non ci è stato consegnato nonostante le richieste e le diffide. Nonostante tutto spero che la giustizia faccia la sua parte nel chiarire quanto avvenne